Il cielo color pervinca della sera lungo le pendici della Cordigliera del Balsamo si apriva sopra di me, ed io ne godevo appieno. Intorno, a perdita d’occhio, il caldo colore verde degli alberi di caffè, ancora carichi di ciliegie non perfettamente mature, trasmetteva una gradevole sensazione di pace. Le ciliegie mature e rosse giacevano in terra a piccoli mucchi, frutto della raccolta di un’intera giornata, abbandonati, seppur per poco, dai loro proprietari.

I raccoglitori che non erano dediti alla cernita di quanto raccolto parlavano tra loro sottovoce. Un paesaggio rilassante, quasi idilliaco, se non fosse stato per un rumore di fondo che diventava sempre più distinto ed aumentava mano mano che procedevo in mezzo a loro. All’inizio non si trattava che di un brontolio diffuso da cui scaturivano, ad ogni secondo che passava, voci rabbiose che andavano pian piano uniformandosi in un’unica distinta parola, ripetuta in maniera ossessiva: “Pago, pago, pago…!!”

Centinaia di raccoglitori di caffè avevano lasciato il loro mucchio di ciliegie per dirigersi verso di me – voltandomi a guardarli lo avevo finalmente capito! – per reclamare a gran voce un incremento della paga per unità di peso raccolta, che avrebbero dovuto ricevere di lì a poco.

Per alcuni secondi, non lo nascondo, sono stato sopraffatto dal terrore: non ero io il proprietario della piantagione. Eravamo caduti in un equivoco che nasceva dalla mancata comunicazione ai raccoglitori, che la raccolta che avevano effettuato per il nostro progetto sperimentale di selezione e miglioramento del caffè, sarebbe stato ricompensato con una paga più alta che teneva conto anche delle ciliegie non perfettamente mature o verdi che sarebbero state scartate alla pesa.

Io stesso mi ero raccomandato la sera prima, con Pino Angelucci (proprietario italo-salvadoregno della piantagione di San Luis) di aumentare la paga ai raccoglitori per poter effettuare quanti più esperimenti possibili, e quando finalmente riuscii a farmi capire, i lavoratori si calmarono e l’inconveniente venne risolto con mio grande sollievo.

Proprio qui, tra i 1.300 e i 1.500 metri di altitudine, si trova la piantagione di San Luis, di proprietà della famiglia Angelucci fin dal 1975. Pino e, prima di lui, suo padre Giuseppe, hanno dedicato tempo e investimenti per migliorare ulteriormente la qualità di un prodotto, di per sé già ottimo.

Il loro lavoro, la collaborazione con la CSC e i continui esperimenti condotti presso il beneficio a partire dal 2002, hanno portato alla realizzazione di questo caffè di piantagione, raccolto con la tecnica del picking mediante tre diversi passaggi sulla pianta, finalizzati a raccogliere le ciliegie solo se e quando arrivate a corretta maturazione.