Stoccaggio ed esportazione del caffè verde
Ciao sono Enrico de Le Piantagioni del Caffè e oggi vi parlo del magazzinaggio del caffè verde nei paesi di origine e dell’esportazione dello stesso.
Per quanto riguarda la durata del magazzinaggio nei paesi di origine la questione è piuttosto delicata e dipende da fattori completamente diversi.
Vi faccio due esempi chiari: in Brasile il caffè dopo la raccolta ha dei sentori verdi molto forti e necessita di un tempo abbastanza lungo di magazzinaggio in origine e non si può esportare fino ad Ottobre. Al contrario il caffè lavato indiano deve essere per forza esportato prima di giugno (la raccolta si conclude a febbraio) prima quindi che arrivi la stagione dei monsoni.
All’origine la conservazione viene fatta in maniera diversa a seconda che si tratti di caffè lavati o naturali.
Quelli naturali infatti vengono conservati come caffè verde quindi privati degli strati esterni del chicco post essiccatura, quello lavato invece viene conservato nel pergamino, la corteccia risultato della fermentazione.
Una volta che il produttore riceve l’ordine da parte dell’acquirente il caffè subisce una lunga lavorazione che richiede un numero di macchine molto importante (mulini, crivellatrici, vagli) fino ad arrivare alla selezione finale dei chicchi.
Più il processo sarà complesso più il valore e il costo del caffè saranno alti.
Una volta pronto, il caffè viene lasciato all’acquirente che deve, per esportarlo, andare a prenderlo fin sul luogo di produzione.
Il viaggio del caffè per raggiungere l’Europa è un viaggio che dura dai dieci giorni fino a circa un mese.